domenica 6 novembre 2011

ANGELI COL FANGO SULLE MAGLIETTE

UN OMAGGIO HA TUTTI I RAGAZZI CHE SI STANNO IMPEGNANDO PER FRONTEGGIARE L'ALLUVIONE IN LIGURIA.

 
Gli "angeli col fango sulle magliette" sono arrivati a quota diecimila in 48 ore, le loro "squadre" sono già a spalare per le strade di Genova, perfettamente organizzate in collaborazione con Protezione Civile. Diecimila adesioni alla pagina Facebook lanciata venerdì pomeriggio 1 da Emanuela Risso, una giovane genovese laureata in lingue e appassionata di new media. Per due giorni, mentre le adesioni salivano a vista d'occhio, Emanuela e alcuni suoi amici hanno "amministrato" con sagacia la pagina facendola diventare un prezioso veicolo di informazione contribuendo, in qualche caso, a chiarire falsi allarmi o a smentire voci e leggende metropolitane fiorite nella città allagata. Nel frattempo hanno preso contatti con la Protezione Civile e con i municipi, individuati i punti in cui c'era bisogno di volontari, organizzate le squadre. Adesso, domenica pomeriggio, mentre alcuni continuano l'amministrazione, gli altri sono giù nel fango a dare una mano tra Borgo Incrociati e corso Sardegna.


Repubblica.it, si sente particolarmente vicina a questa bella esperienza di partecipazione via internet perché, per qualche verso, la cosa è partita anche da qui. Venerdì pomeriggio, infatti, Emanuela ci ha mandato un messaggio Facebook chiedendo se avevamo nulla in contrario a lasciarle utilizzare
un nostro il pezzo 2. Il pezzo raccontava la storia dell'alluvione del 1970 e dei ragazzi che andarono a spalare dando una prova di eccezionale solidarietà e generosità. Quei ragazzi, raccontavamo, erano migliaia e si diedero un simbolo: una manata di fango sulle magliette. Da qui il nome di "angeli col fango sulle magliette". Spiegava Emanuela: "La lettura mi ha colpito molto e mi ha spinto ha creare insieme a degli amici questa pagina nel tentativo di stimolare un movimento d'opinione e far rivivere quell'esperienza". Ovviamente le abbiamo risposto che poteva fare ciò che voleva di quel pezzo: "Ho costruito la pagina in pochi minuti sull'onda dell'emozione che mi aveva suscitato il racconto di quelle vicende di oltre quarant'anni fa. L'ho messa in rete e ne ho parlato con un po' di amici per vedere se la cosa li interessava".

In capo a un'ora la pagina "Angeli col fango sulle magliette" aveva largamente travalicato la cerchi degli amici Fb di Emanuela. E lei si è trovata in mano una bella patata bollente da gestire. Con alcuni compagni di avventura e con l'aiuto del suo docente di "marketing e comunicazione applicati al web 2.0", Enrico Giubertoni, Emanuela si è messa al lavoro.

Mentre le adesioni salivano alle prime migliaia, la pagina ha preso forma concreta. In una serie di "note" sono state date le prime importanti indicazioni. Chiaro che venerdì sera (e anche sabato) sarebbe stato inutile andare a spalare. Così, gli "Angeli" del 2011 sono rimasti a casa davanti ai rispettivi computer e si sono messi a far girare tutta l'informazione reperibile. Hanno dato conto dell'intensificarsi della pioggia in certe zone, dei torrenti che salivano ai livelli di guardia, di come l'emergenza si spostava da una parte all'altra della città. Ma hanno anche messo in rete decine di numeri utili, hanno rimbalzato i comunicati degli organismi deputati al soccorso, hanno fatto giustizia di informazioni sbagliate che circolavano (come, a un certo punto, di quella che parlava di una seconda ondata di piena del Fereggiano). Ed è stata la stessa Emanuela, a un certo punto, a sconsigliare di usare l'acqua che usciva color terra dai rubinetti della case anche dopo averla bollita: "Mi è venuto in mente che se c'erano finiti dentro prodotti chimici, la bollitura non bastava". Poi, un esperto le ha dato ragione.

Intanto, in stretto contatto con i Municipi e con la Protezione Civile (quella locale, che, in Italia, funziona benissimo) qualcuno si è dato da fare a organizzare le prime squadre di soccorsi: nomi, cellulari, punti di raccolta, destinazioni. In modo che si andasse a dare una mano minimamente organizzati evitando di intralciare o di dare fastidio. "Ovviamente, abbiamo cercato di farlo senza prevaricare. Al massimo abbiamo 'sconsigliato'. Ma noi non siamo nessuno. Siamo solo i gestori di una pubblica pagina Facebook. Chi ci vuole ascoltare lo fa, chi vuole andare per conto suo, faccia come crede meglio. L'importante è lo spirito... Come quello di 41 anni fa, quando, se non sbaglio, Internet non l'avevate e siete andati lo stesso".

Comunque, Emanuela Risso annette importanza al mezzo: "Ho avuto la conferma delle sue enormi potenzialità. Internet ci ha liberato dalla Tv e ci ha dato una possibilità concreta di partecipazione. In questo caso, ho potuto constatarlo direttamente e, devo dire, molto positivamente".

Gli "Angeli" manderanno altre squadre a spalare domani e nei giorni successivi. Intanto continueranno a informare chi vorrà ascoltarli. Poi... poi chissà quale altra piega potrà prendere la loro fortunata pagina...
 
Massimo razzi, Repubblica, 6/11/2011

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